“Eppure mi ricorda qualcosa…” continuava a ripetere tra se il Foodie quel pomeriggio di un sabato di febbraio, ripensando a quel piatto. Riguardava la foto del trancio di baccalà scattata poco prima arrovellandosi su cosa gli ricordasse quell’immagine. Bianco. Nero. Una macchia di rosso. Forse un disco, una copertina, un 33 giri… qualcosa di anziano quanto la sua passionaccia per la musica. Dove nemmeno Google Images era stato di aiuto, alla fine era risultato determinante l’intervento di un’amicizia virtuale, un fine conoscitore della musica, collezionista di vinili, che non aveva tardato a rispondere ritrasmettendo di rimbalzo la copertina di un disco dei Toto del 1984 : “Isolation”. Bingo. Casuale o meno che fosse la citazione, ecco la conferma confermata del genio di quell’uomo col basco in testa conosciuto poc’anzi, capace di risvegliare ricordi decennali semplicemente appoggiandoli su un quadrato di porcellana. [fine intro]
– “Non capito spesso da queste parti.”
– “Fai male…”
Con Raffaele Liuzzi ci eravamo già incrociati a più di un evento, ma non avevo ancora avuto l’occasione: per il Foodie, abituato a considerare già “mare” un qualsiasi lembo di spiaggia+acqua nel raggio di 100 km, muovere da Bologna fino a Cattolica comincia già a essere un viaggetto importante e ci voleva la consueta, provvidenziale spintarella da parte di madame per convincerlo a varcare le Colonne d’Ercole del casello di Cesena.
L’accoglienza è cordiale, la sala ben gestita, l’ambiente piacevolmente sobrio. La cucina di Raffaele Liuzzi è spontanea, indipendente, ispirata e riflette in pieno il carattere estroverso dello chef. Opening Act dalla cucina a base di uovo non-uovo riempito di Spuma di Dragoncello, accompagnato da un ‘pop’ di Parmigiano Reggiano, soundcheck di Crema di Zucca, quenelle di ricotta acida e filettino di sgombro affumicato in proprio: accostamento di consistenze e contrapposizione di sapori per accordare il palato prima dello show.
Non banali e ben calibrati gli accostamenti per la selezione Designer del Pesce Crudo: Tonno e Sesamo, Gambero Rosso, Seppia ed Erba Cipollina, Salmone Aneto e cedro candito, Branzino Zenzero e Barbabietola, Ostrica e gel di Campari, all’insegna di un equilibrio che ritroverò anche nei piatti successivi della playlist.
Da bolognese, appassionato di musica, cresciuto con nelle orecchie le canzoni di Lucio Dalla, il Risotto Bianco “Come è Profondo il Mare” è una scelta tanto obbligata quanto fortunata. La polvere di alghe a corredo rende quanto mai azzeccata la dedica, che a un amante del mare quale fu il cantautore bolognese rende il giusto onore.
Della potenza evocativa del Baccalà Salato e Affumicato da NOI Peperone, Mandorla e Carbone di Seppia s’è già parlato nel prologo. Aldilà dell’impatto visivo (ed emotivo) restano la morbidezza delle carni e l’abbinamento con la coulis di peperoni e le mandorle a farne un grande piatto, con più di un motivo per essere ricordato.
C’è tutta la Puglia di Liuzzi nel dessert Terra Mia, enunciato dallo chef in persona. Gelato di Mandorle, Fichidindia, Ricotta di Pecora, Limone Candito, Origano e Olio. Un omaggio alle proprie origini, armonia e contrapposizione di sapori decisi, un caloroso abbraccio di commiato che, già lo sappiamo, sarà di certo un arrivederci.
locanda
LIUZZI
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